domenica 7 ottobre 2012

LA BIMBA CHE VIVEVA NEL RICCIO DI CASTAGNA


C'era una volta, tanti anni fa (ma non poi così tanti), in un bosco incantato, una bimba bella e minuscola che viveva in un riccio di castagna.

La bimba era arrivata li dopo avere perduto la strada di casa, e non era stata più capace di tornare indietro.

Il bosco era meraviglioso ed offriva tutto il meglio che il creato potesse offrire, era quasi un Paradiso Terrestre.

Era inoltre pieno di creature fantastiche, alcune gentili ed alcune malvagie (perlomeno così pareva).

Queste creature erano tutte molto simili e non era possibile distinguere le une dalle altre.

Per assurdo, tutte quelle malvagie emanavano un profumo così buono che per la bimba era impossibile resistere.

Quelle buone avevano un odore a lei sgradevole tanto che le teneva a debita distanza.

Per tanto tempo la creaturina si fece ingannare dai malvagi che la prendevano in giro a proprio piacimento rubandole la fiducia nel futuro.

Per questo, per provare a proteggersi un po' , lei andò, ad un certo punto, ad abitare dentro un riccio di castagna.

La cosa funzionò per poco, perché stufa di essere sola e desiderosa di trovare l'amore, la bimba, ogni tanto, dischiudeva l'entrata del suo rifugio, e ….............. zacchetè! Subito qualche cattivone o cattivona, riusciva ad intrufolarsi dentro, le masticava un po' il cuore e se ne andava via.

Le buone persone, invece, rimanevano, per sua scelta,  immancabilmente fuori dalla sua vita.

La piccola bimba, che ora era diventata una fanciulla, era disperata.

Il tempo passava e tutto andava sempre peggio, niente andava bene e lei non riusciva a capire dove sbagliava.

Non era abbastanza graziosa o gentile? La sua casa non era ordinata? Diceva cose sciocche? Non sapeva cucinare bene? I suoi vestiti non erano adeguati? Lei non era adeguata? Era troppo povera? Era maleducata? Era stupida o volgare? Non valeva nulla?

Più si incolpava e più cercava di migliorare per gli altri e più le cose andavano peggio, inoltre, più si deprimeva, più cercava di riempire il vuoto che sentiva dentro con cose inutili.

Più sentiva di sbagliare e più si puniva.

Un giorno passò di li il famosissimo Gufo Saggio.

Il Gufo passava nel bosco ogni 30 anni al fiorire dei ciclamini odorosi per lenire i dolori delle creaturine del bosco.

Appena si seppe del suo arrivo una lunga fila di strani individui si formò davanti al suo nido provvisorio.

Il Gufo, verso sera, vide da lontano la bimba/fanciulla che occhieggiava dal suo ricciorifugio (perché non aveva il coraggio di uscire) ed incuriosito, con un elegante volo atterrò davanti alla casupola.

Che ci fai rinchiusa la dentro bella fanciulla?” chiese con voce dolce (per quanto possa essere dolce la voce di un gufo).

Ci abito” rispose la ragazza con tono un pochino aggressiva, come ultimamente era solita fare.

Abiti dentro uno scomodo riccio? Ma una casa dovrebbe essere calda, spaziosa, confortevole, con tende di pizzo ed un bel giardinetto. Perché non ti trasferisci in un bel fungo? Non vedi com'è meraviglioso qui fuori?”.

Un fungo non può offrirmi nessuna protezione” rispose lei.

Ma proteggere da chi, e da cosa?” chiese il gufo.

Non sai che il bosco è pieno di gente malvagia che tenta di entrare nel mio cuore per stropicciarmelo tutto? E non sai che la maggior parte delle volte io glielo lascio fare?” Replicò sconsolata.

Io non vedo tutte queste persone malvagie” disse il volatile “ Vedi la fila che si è formata per chiedere un mio consiglio? Mi sembrano tutte creature con dei problemi, questo si, ma non malvagie!”

Attento” disse la graziosa “ Si truccano per bene da buoni, ed usano una polvere magica, poi appena possono …....... zak …........ ti fregano!”

Facciamo una prova” replicò allora il Gufo “fidati di me, dammi la mano, esci dal riccio e guardiamo negli occhi queste spaventevoli creature”.

Quindi il Gufo la prese per mano e la portò fuori dal rifugio, non prima però di averle passato una sua ala sugli occhi, per eliminare i condizionamenti delle esperienze negative precedenti.

Ora gli occhi della fanciullina erano in grado di vedere al di là delle apparenze e dei condizionamenti.

Era in grado di vedere che anche gli altri erano solo dei poveri diavoli pieni di paura e che come lei vivevano dentro ricci, noci, buchi di alberi e tane scavate nel profondo della terra per proteggersi.

Anche loro cercavano l'amore al di fuori da se stessi e non dentro come andrebbe correttamente fatto .

Ferivano prima di essere feriti e dietro ogni loro povera vita si nascondeva una profonda sofferenza.

Le creature ferite si riconoscevano a vicenda e si univano in diversi tipi di rapporti malsani col solo scopo di farsi del male, divenendo a volte vittime e a volte carnefici.

Di malvagi veri ce ne erano veramente pochi.

Le persone amorevoli venivano scambiate per stupide e sistematicamente allontanate dal gruppo.

Sembrava quasi di osservare un girone infernale.

Vedi” disse il Gufo Saggio “Tu e tutti gli altri, avete vissuto la vostra vita facendovi del male, scambiando la paura per cattiveria.

Avete cercato l'amore in maniera aggressiva, e li dove non esisteva; chi perdendo il suo gioiello preferito in casa andrebbe a cercarlo in giardino?

Tu non hai mai guardato dentro te stessa” disse il saggio volatile “ hai preteso l'amore, ne hai dato poco e quando l'hai dato hai sempre presentato il conto . L'amore vero non si paga e non si pretende! La protezione la da il rispetto verso se stessi e l'amor proprio”

Cambia punto di vista” continuò il Gufo “l'amore, non cercalo più, comincia a darlo ma non pretendere che gli altri lo accettino sempre ….......... e mi raccomando......... amati di più e non presentare il conto!”

E con questo volò via per andare ad aiutare altre creature sofferenti.

La fanciulla capì.

Diede un bel paio di martellate al riccio che oramai era diventato il suo abito preferito e si preparò un giaciglio all'aperto, proprio sotto le stelle, senza protezione alcuna.

Quella fu la notte più bella della sua esistenza.

Iniziò a vivere dando amore invece di pretenderlo dagli altri,  non chiese mai nulla in cambio; imparò ad amare se stessa e capì che non aveva nulla che non andasse bene e che non era necessario sprecare la vita nel tentativo di  punirsi per qualche colpa immaginaria.

Non che non soffrì più, ma un riguadagnato rispetto verso se stessa le impedì, di andarsi a ficcare in situazioni spiacevoli….......... e guarda un po', come per incanto, l'amore comincio ad inondare la sua nuova, meravigliosa vita!

1 commento:

  1. bella favola! Quante volte siamo così, chiusi nella nostra "castagna"!

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