mercoledì 11 marzo 2015

LA MISTICANZA


Misticanza! E chi è romano o comunque laziale sa di cosa parlo. Erba stella ( o minutina), ruchetta, crescione, pimpinella, lattuga di campo, porchiacca (o portulaca o erba porcellana), raperonzoli, cicoria selvatica, crespigno (songino), finocchietto selvatico, indivia, erba noce (o erba San Pietro), caccialepre (o lattughino), ramolacci (ravanelli selvatici), pepolina (santoreggia), cresta di gallo, tarassaco (o dente di cane o pisciacane), cipiccia (cipollina fresca), valeriana, cordone del frate, malva, orecchio d’asino (o erba di San Lorenzo), Piattello e Cerfoglio.



Tutto questo ben di Dio che varia a seconda della stagione sta nella misticanza romana ed ora è il momento delle erbe migliori.

Oggigiorno non molto facile da reperire chi ha la fortuna di conoscere bene le erbe può raccoglierla negli spazi puliti fuori dalle città. Io che non ho questa fortuna, ogni tanto riesco a trovarla al mercato.

Quella classica, il top, si mangia cruda, condita con olio evo, aceto e sale. Oppure si può insaporire con un pesto di alici sott’olio ed aglio , come si fa con le puntarelle.

Quella meno “famosa” che si fa cotta, si ripassa in padella con aglio, olio e peperoncino (senza farla sbollentare prima).


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